Pasqua : Inno alla gioia
Si può essere felici oggi? Si può essere più sereni? Si può vivere in pace con se stessi,con gli altri,con il
Creatore e con il Creato? Dove trovare oggi la gioia con quella litania quotidiana di morti, di guerre, di
violenze, di rapine, di stupri, di cattiverie? E’ possibile un’informazione diversa che per fare audience
o? E’ possibile ritrovare e dare speranza specie a quei giovani?
E’ possibile.
Il teologo laico Vito Mancuso ultimamente ci indicava due strade per ritrovare un po’ di gioia: la
via dell’amore e la via della bellezza che non si comprano con i soldi, con la fama,con il potere.
Amare è possibile perché siamo stati amati per primi da un Dio che è amore, da un uomo e da una
donna che ci hanno dato la vita, da tante persone che anche oggi lavorano per noi e credono in
noi. La via della Bellezza, che diceva Dostoevskij salverà il mondo, si può trovare ancora nella
natura modellata da Dio, nello sguardo innocente di un bambino,nella serenità luminosa di un
anziano dal volto rugoso, in una canzone e in una musica che ci tocca il cuore. Infine troviamo
bellezza, tanta bellezza nell’arte, in ogni tipo di espressione artistica che è frutto del gratuito.
Specie l’arte sacra.
La vita è bella.
Un anziano sacerdote, ancora molto arzillo e lucido, mi diceva: “io sono davvero tanto felice
quando ogni mattina apro la finestra e guardo, ammiro e mi dico sono vivo!”
Ma il motivo ultimo per cui anche oggi possiamo essere meno tristi, meno arrabbiati,meno
disperati è perché a Pasqua la vita vince, Cristo è davvero risorto corpo e anima. Dov’è o morte la
tua vittoria? La nostra vita non si perderà più nel nulla eterno. Questione di Fede? Ma si può vivere
senza fede,senza fiducia in qualcuno?
Nella moschea di Fathpur Sikri c’è scritto in caratteri cubitali: “ La morte è morta. Il mondo è un
ponte. Passate tutti su di esso ma su di esso non prendete dimora”.
Questo è il mio augurio pasquale,cari amici ACLISTI.
Cristo risusciti in tutti i nostri cuori e l’inondi di gioia più dell’Inno alla Gioia del nostro grande
Beethoven.
Don Piergiorgio Sanchioni