VIOLENZA DI GENERE
a cura di Gili Bernardo, Vicepresidente Acli PU e psicologo
I notiziari e i giornali danno sempre più spazio ad episodi che riguardano la violenza sulla donne e in particolare a fatti di uccisione, femminicidio. La violenza domestica è molto più presente di quanto si pensi. Questa si può manifestare non solo in forma fisica, ma anche sotto forma psicologica ed economica . Della violenza fisica conosciamo tutti la modalità, una persona che vive nella propria casa con un compagno con cui dovrebbe condividere fiducia, serenità e protezione, in caso si senta minacciata o oggetto di violenza, è impossibilitata a sentirsi nella sicurezza necessaria per esprimere tutte le proprie caratteristiche e potenzialità. Quando vengono agite azioni violente fra i genitori, i figli vivono uno stato di minaccia, precarietà, insicurezza e di sfiducia che a lungo andare attiva una “Bassa autostima” e poco amore per la vita. La violenza economica è agita con il controllo che una persona ha sull’altra attraverso il denaro, limitandone l’autonomia. La violenza psicologica è una dinamica molto più sottile, si manifesta con insulti, svalutazioni e squalifica e anche nel non riconoscere all’altro quello che è effettivamente: non accettandone alcune o molte caratteristiche. Pensiamo a un figlio che vuole realizzarsi nella vita in una maniera completamente diversa da quelle che sono le aspettative dei genitori.
E’ evidente una posizione di supremazia che il genere maschile ha tenuto fino al secolo scorso nei confronti del genere femminile e che ha radici storiche antichissime. C’è un’arcaica funzione di controllo che l’uomo ha su tutto ciò che condivide : i beni, gli animali e che si estende alla donna stessa. Ma quand’è che scoppia la violenza? Può sembrare scandaloso, ma la violenza appartiene a tutti noi, a ogni uomo e a ogni donna. E’ la capacità che ognuno di noi sviluppa di riconoscere, gestire, controllare e trasformare quelle emozioni negative quali rabbia, ira, rancore ecc. che fa si che la violenza non esploda. Negli ultimi vent’anni sono nati molti centri di ascolto per donne che subiscono violenza, case rifugio in cui le donne vengono accolte assieme ai figli. Sempre più sono gli autori di violenza che vengono allontanati con divieto di avvicinamento alle mogli e ai figli. Nella Marche dal 2015 sono attivi gruppi di ascolto per il trattamento degli autori di violenza.