Le ACLI di Pesaro e Urbino sono orgogliose di aderire all’iniziativà “Primavera della legalità”, stagione di eventi ed iniziative sul tema della legalità, promossa da un ampio coordinamento di associazioni operanti sul territorio della Provincia di Pesaro e delle Marche. A questo proposito il 5 Maggio 2016, il Circolo ACLI di Orciano ha ospitato la testimonianza del giudice della procura antimafia di Catania Marisa Acagnino e di Rosario Barchitta, imprenditore siciliano e presidente dell’Associazione antiestorsioni e antiusura “Nicola D’Antrassi” di Scordia (CT) che raggruppa diversi imprenditori. Ha aperto l’incontro l’imprenditore Barchitta, per tutti “Saro”, che nel 1985 iniziò la sua caduta vorticosa nel tunnel dell’estorsione, attuata nei suoi confronti da parte di affiliati del Clan Di Salvo. Una storia fatta di perdita di valori e dignità con l’incapacità di “Saro” nel proseguire a guardare negli occhi le sue figlie ma anche una storia di minacce nei confronti dei suoi mezzi di lavoro. Queste violenze vanno avanti fino a quando “Saro” nel 1989 trova il coraggio di denunciare e testimoniare al processo. Da quel momento la sua vita cambia, in meglio, perché i mafiosi se messi in minoranza attraverso la denuncia, si intimoriscono e vergognano. Oggi “Saro” vive la sua vita serena, amato e sostenuto dal suo paese, e va nelle scuole a raccontare la sua storia per dare la spinta verso la legalità a tutti i giovani.
La parola passa a questo punto al magistrato Acagnino, che invita la platea ad una riflessione su come la mafia abbia cambiato le sue modalità d’azione, passando dal pizzo ai contratti di fornitura, arrivando così ad un modo più sottile di controllo dell’economia. La Acagnino ha sottolineato anche che oggi è molto più difficile distinguere il mafioso da un normale cittadino, introducendo cosi il concetto di “borghesia mafiosa”, borghesia nella quale proliferano le imprese del malaffare. Il suo intervento si conclude con un ammonimento a non considerare le attività mafiose come cose circoscritte e riguardanti solo i malavitosi ma come piaghe che invadono l’intera società ed ogni cittadino italiano onesto dovrebbe preoccuparsene essendo di stretto interesse per tutta la società. L’applauso scrosciante della platea a sostegno di questi due eroi chiude questo incontro formativo e informativo che ricorda che nella lotta la mafia la parola è l’unica arma in grado di sconfiggerla.