LE ACLI di PESARO URBINO PER LA PACE
Chi parla di pace, di bene, come sta facendo da sempre Papa Francesco, anche se apparentemente e momentaneamente apprezzato da molti, poi, dalla maggior parte degli organi di informazione, viene rapidamente relegato in secondo piano per dare spazio al fragore del potere, dell’economia, del massimo profitto, della guerra; fa discutere di più se aumentare le spese militari e di quanto aumentarle, piuttosto l’appello accorato di far tacere subito le armi. Come Acli di Pesaro e Urbino vogliamo invece ricordare e rilanciare i tanti messaggi di pace, che il Santo Padre ci ha lasciato nel corso degli anni fino ai giorni nostri e al recente messaggio di affidamento dell’Ucraina e della Russia a Maria.
Nell’Angelus del 6 marzo 2022, in pieno conflitto bellico, Papa Francesco dice: – in Ucraina scorrono fiumi di sangue e di lacrime. Non si tratta solo di un’operazione militare, ma di guerra, che semina morte, distruzione e miseria. Le vittime sono sempre più numerose, così come le persone in fuga, specialmente mamme e bambini. In quel Paese martoriato cresce drammaticamente di ora in ora, la necessità di assistenza umanitaria -. E poi: – soprattutto imploro che cessino gli attacchi armati e prevalga il negoziato… e prevalga pure il buon senso. E si torni a rispettare il diritto internazionale!-. Ed ancora: – tutto il popolo cristiano che vuole avvicinarsi e dire: “La guerra è una pazzia! Fermatevi, per favore! Guardate questa crudeltà!”-.
Nel messaggio per la LV giornata mondiale della pace del 1 gennaio 2022, quando ancora nessuno immaginava l’assurdo evolversi degli eventi, Papa Francesco cercava di costruire le basi della pace, il titolo della giornata era infatti “Dialogo fra generazioni, educazione e lavoro: strumenti per edificare una pace duratura”, ma poi tutti abbiamo visto come la mancanza di comunicazione e di educazione alla condivisione, anziché quella della prevaricazione, abbia portato alla mostruosità della guerra. Sempre in questa occasione possiamo leggere nel documento: “nonostante i molteplici sforzi mirati al dialogo costruttivo tra le nazioni, si amplifica l’assordante rumore di guerre e conflitti, mentre avanzano malattie di proporzioni pandemiche, peggiorano gli effetti del cambiamento climatico e del degrado ambientale; si aggrava il dramma della fame e della sete, e continua a dominare un modello economico basato sull’individualismo, più che sulla condivisione solidale”. Si legge ancora: “tutti possono collaborare a edificare un mondo più pacifico: a partire dal proprio cuore e dalle relazioni in famiglia, nella società e con l’ambiente, fino ai rapporti fra i popoli e fra gli Stati”.
Papa Francesco già nel 2017 in occasione della giornata mondiale della pace, diede un titolo significativo; “La nonviolenza: stile di una politica per la pace”, e già in questa occasione, pensando alle tante guerre sparse per il mondo, si esprimeva così: – in ogni caso, questa violenza che si esercita “a pezzi”, in modi e a livelli diversi, provoca enormi sofferenze di cui siamo ben consapevoli: guerre in diversi Paesi e continenti; terrorismo, criminalità e attacchi armati imprevedibili; gli abusi subiti dai migranti e dalle vittime della tratta; la devastazione dell’ambiente. A che scopo? La violenza permette di raggiungere obiettivi di valore duraturo? Tutto quello che ottiene, non è forse di scatenare rappresaglie e spirali di conflitti letali che recano benefici solo a pochi “signori della guerra”? La violenza non è la cura per il nostro mondo frantumato. Rispondere alla violenza con la violenza conduce, nella migliore delle ipotesi, a migrazioni forzate e a immani sofferenze, poiché grandi quantità di risorse sono destinate a scopi militari e sottratte alle esigenze quotidiane dei giovani, delle famiglie in difficoltà, degli anziani, dei malati, della grande maggioranza degli abitanti del mondo. Nel peggiore dei casi, può portare alla morte, fisica e spirituale, di molti, se non addirittura di tutti -.
Tanti sono gli spunti ed i messaggi del Santo Padre che ci ricorda come una convivenza pacifica fra popoli sia possibile, come le risorse debbano essere equamente ripartite, ma si scontra con una crudele realtà basata sul mero tornaconto economico.
Come Acli Provinciali ti chiediamo: TU DA CHE PARTE STAI!?
Il Presidente delle ACLI Provinciali
Alberto Alesi