ACLI MARCHE
Le Acli delle Marche e la lezione di tutte le guerre: se vuoi la pace prepara la pace
Domenica 24 aprile avrà luogo una edizione straordinaria della Marcia della pace Perugia-Assisi. Lo slogan della Marcia 2022 riprende una frase di Papa Francesco. “Fermatevi! La guerra è una follia”. “La guerra va fermata subito” afferma il Comitato promotore della Marcia Perugia-Assisi: “Fermare la guerra vuol dire negoziare con determinazione, su tutto: il cessate il fuoco, la fine della guerra, la sicurezza per tutti, il rispetto dei diritti umani di tutti, comprese le minoranze. Occorre aprire subito un negoziato multilaterale sotto l’autorità delle Nazioni Unite:: per salvare la povera gente che è rimasta sotto le bombe, per scongiurare la catastrofe atomica, per impedire l’esplosione di una nuova devastante crisi sociale e ambientale.
Di fronte a una guerra di nuovo combattuta nel territorio europeo, tutti in coro ci stanno dicendo: “Se vuoi la pace, prepara la guerra”. Dobbiamo capire che è vero proprio il contrario. Se prepari la guerra, prima o poi farai la guerra. Se vuoi davvero la pace, prepara la pace. Solo così eviterai che scoppino nuove guerre.
Le guerre si evitano se si costruisce una cultura di pace, cioè una cultura del dialogo, della cooperazione e della risoluzione pacifica delle controversie internazionali. A questo devono servire gli organismi internazionali, come l’Organizzazione delle Nazioni Unite, nati proprio per far crescere le relazioni amichevoli fra gli Stati e per risolvere i contrasti non con la forza, ma con le trattative diplomatiche.
Nella guerra oggi in corso è evidente che c’è un aggredito (l’Ucraina) e un aggressore (la Russia di Putin). Ed è altrettanto evidente che l’aggredito deve avere la nostra solidarietà e il nostro concreto sostegno, ora e dopo la fine del conflitto. Ma la guerra, le distruzioni e le morti devono finire subito. Si deve giungere immediatamente al cessate il fuoco. E si devono aprire subito le trattative di pace, per evitare che continui ad aumentare il numero dei morti, ma anche per evitare che le ferite prodotte dalla guerra diventino insanabili.
Alla fine della prima guerra mondiale gli errori commessi nelle trattative di pace hanno portato allo scoppio della seconda guerra mondiale. Ancora una volta dobbiamo imparare la lezione che ci viene dalle vicende e dagli errori del passato. Ecco alcuni insegnamenti che non possiamo e non dobbiamo dimenticare.
Oggi, come nel passato (anche nel passato recente: pensiamo alla guerra nei Balcani), le radici della guerra sono nella crescita di un nazionalismo esasperato, che rivendica la propria superiorità e che vede negli altri soltanto degli avversari. Un nazionalismo di questo tipo è cresciuto negli ultimi anni in Europa e anche in Italia; è stato diffuso da formazioni politiche che hanno seminato idee sovraniste e disprezzo per i non italiani.
Un terreno fertile per le guerre sono sicuramente le ingiustizie sociali. Negli ultimi decenni sono cresciute le disuguaglianze: i ricchi sono sempre più ricchi e i poveri sono sempre più poveri. Poiché non si praticano politiche fiscali redistributive (nessuno ha il coraggio di mettere tasse sui più ricchi!), le disuguaglianze continuano a crescere in modo sempre più insostenibile, generando odio, risentimento e situazioni sociali esplosive.
“Se vuoi la pace, opera per la giustizia”: lo hanno detto tutti gli ultimi pontefici e continua a ripeterlo anche papa Francesco. Si può aggiungere: se vuoi la pace, non esportare armi. E ancora: se vuoi la pace non puntare al riarmo, come invece pensa di fare anche l’attuale Governo che ha fatto approvare dal Parlamento l’aumento graduale delle spese militari, fino al due per cento del Prodotto Interno Lordo.
Insomma, se vuoi la pace devi prepararla con comportamenti quotidiani rispettosi degli altri e con scelte politiche conseguenti che vanno in una precisa direzione: tutti gli uomini hanno pari dignità e vanno rispettati; non vi sono nazioni superiori alle altre e ogni forma di nazionalismo è un pericolo per la pace; non vendere armi e riduci progressivamente le spese militari; rafforza il potere delle Nazioni Unite in modo da risolvere pacificamente le controversie internazionali.
Marco Moroni – Centro Studi Acli Marche
Presidente Nazionale delle Acli Emiliano Manfredonia e prof. Marco Moroni responsabile Centro Studi Acli Marche