“BRUTTA COME LA ……QUARESIMA”?
Certo, tempo fa, la Quaresima era veramente dura: penitenze, digiuno, fine del carnevale e dei balli alla mezzanotte del martedì grasso, astinenza dalle carni, via crucis, prediche lunghe fino a tre ore. Si poteva dire “brutta come la Quaresima”! Che cosa resta di tutto questo? Resta la bella Quaresima che il Signore ci chiede e che la Chiesa ci ripropone ogni anno in preparazione alla Pasqua. Dice giustamente Sr. Mariangela Taselli: ”Quaranta e non uno, Signore, sono gli infiniti giorni di misericordia che ci doni, sono le innumerevoli possibilità che abbiamo per tornare a te, per vivere il nuovo, per re imparare ad amare”.
Certo, 40 è un numero evocativo ed importante per la storia di ognuno di noi. Quaranta sono stati gli anni degli Ebrei nel loro peregrinare nel deserto prima di arrivare alla Terra Promessa. Quaranta sono stati gli anni del Regno del re Davide, quaranta i giorni di Gesù nel deserto tentato da satana. Ma ci dicono gli psicologi che a quarant’anni, la di vita dell’uomo, è a una svolta decisiva: o si è maturi, gioiosi, realizzati, e in cammino verso la santità, o si è un fallimento totale; adolescenti perenni che hanno paura di crescere, anzi spesso che precipitano nel burrone del non senso, del “tira campà”, del vizio. Anche per i preti, per i religiosi può avvenire così come ci ricorda Papa Francesco: “i preti scapoloni e suore zitelle”.
Ma concretamente, per noi uomini “digitalizzati” che cosa può voler dire la Quaresima? Vuol dire tempo forte di liberazione da mille schiavitù che ci soffocano. Vuol dire ritrovare quel silenzio interiore che ci fa rientrare in noi stessi e trovare il senso della vita. Vuol dire ascoltare Cristo che ci ama e ci parla ancora. Vuol dire donare un po’ di felicità agli altri, condividendo quello che abbiamo. Vuol dire andare in chiesa e riscoprire la bellezza della Liturgia, della Messa, della comunità in cui viviamo. Vuol dire infine camminare con Gesù e con il suo aiuto portare la croce. Quante croci nella storia delle famiglie e nel mondo! Ma una croce per se stessa può diventare solo sadismo, una croce in vista della Pasqua della resurrezione, è salvezza.
E per noi Aclisti che cosa può voler dire Quaresima? Tempo di riscoperta della nostra associazione di lavoratori cristiani. Tempo di valorizzazione dei nostri circoli e del nostro territorio dove il Signore ci ha messo a vivere, tempo di preghiera del cuore fatta in famiglia o a volte, nei nostri circoli.
Papa Francesco in modo concreto ci ricorda: “La Quaresima è il tempo per spegnere la televisione e aprire la Bibbia. E’il tempo per staccarci dal cellulare e connetterci con il Vangelo. Viviamo in un ambiente inquinato da troppa violenza verbale, da tante parole offensive e nocive, che la rete amplifica. Ecco perché il deserto è il tempo dell’essenziale. Quanto ci farebbe bene liberarci da tante realtà superflue, per riscoprire quel che conta, per ritrovare i volti di chi ci sta accanto”.
BUON CAMMINO PER UNA QUARESIMA BELLA E…NON BRUTTA!
Don Piergiorgio Sanchioni
Assistente spirituale delle ACLI di PU