Con l’intento di contribuire a far luce su un tema molto discusso ecco un documento redatto dal Centro Studi ACLI Marche che tenta di sfatare alcuni falsi miti sull’argomento “Migranti”, appoggiandosi ad alcuni dati raccolti dallo scrittore Roberto Saviano.
Numeri per capire (e per non credere alle “bufale”)
I numeri sono importanti. Questa riflessione sui numeri è utile per affrontare i fenomeni
sociali della nostra epoca perché Televisione e Internet oggi spesso ci manipolano e ci fanno credere a vere e proprie “bufale”. Questa scheda è dedicata ai migranti, un tema sul quale girano molte “bufale”. Lo scrittore Roberto Saviano ne individuate dieci. Ecco come le ha smentite.
Queste sono le dieci “bufale” sui migranti smentite dai numeri
1) Sono un costo insostenibile
Lo Stato spende lo 0,2 per cento del proprio PIL, cioè poco più di tre miliardi, ma i migranti, come
risulta dalla Finanziaria del 2016, fanno entrare nelle casse dello Stato oltre otto miliardi.
2) Lo Stato li paga 35 euro al giorno
I 35 euro (45 nel caso dei minori) sono la cifra pagata agli enti incaricati della gestione dei rifugiati. Al migrante vanno due euro e mezzo per la sopravvivenza quotidiana.
3) Sono enti gestiti dalla mafia
In alcuni enti ci sono state infiltrazioni mafiose, ma nella stragrande maggioranza dei casi il Ministero dell’Interno che controlla questi enti non ha rilevato comportamenti scorretti o illeciti da parte loro.
4) Dormono in alberghi di lusso
Nelle strutture dello Stato dormono in dormitori, spesso sovraffollati; i rifugiati in genere sono ospitati in abitazioni prese in affitto dagli enti gestori.
5) Portano malattie
Il Ministero della Salute attesta che non è mai stata registrata un’epidemia partita dai migranti.
6) Commettono crimini
Dal 2004 al 2013 sono aumentate del 28% le denunce contro italiani, sono diminuite del 6% quelle contro i migranti.
7) Ci rubano il lavoro
Fanno i lavori che gli italiani non vogliono più fare; sono soprattutto: domestici, badanti, venditori ambulanti, pastori, pescatori, muratori, addetti alle pulizie, operai non qualificati. I dati dimostrano che l’occupazione immigrata e quella autoctona sono prevalentemente complementari. Semmai il problema è un altro: dovremmo riuscire ad attirare e a valorizzare i migranti più qualificati.
8) E’ un’invasione
Da almeno tre anni il numero degli immigrati è stazionario intorno a 5 milioni e 500.000 persone. Gli stranieri in Italia sono meno del 10 per cento; in Austria sono il 17 per cento; in Svizzera addirittura il 29 per cento. Non sono, come si pensa, soprattutto uomini, prevalentemente musulmani e in arrivo dall’Africa o dal Medio Oriente: si tratta, invece, prevalentemente di donne in arrivo da altri Paesi europei e in maggioranza cristiane, anche ne negli ultimi anni sono aumentate le donne africane. 9) Con lo Ius soli aumenteranno gli sbarchi
La legge sullo “Ius soli” non c’entra affatto con gli sbarchi. Serve a dare diritti a giovani che sono nati in Italia o si sono formati nelle scuole italiane.
10) Non possiamo accogliere più nessuno
Per mantenere la capacità produttiva del nostro sistema economico e per garantire l’equilibrio del nostro sistema previdenziale avremmo bisogno di un flusso migratorio maggiore di quello attuale. I maggiori Istituti di ricerca calcolano che sarebbe necessario almeno un flusso di 160.000 migranti all’anno, cioè un milione e 600.000 migranti in dieci anni. Invece i flussi migratori dopo la crisi del 2008 si sono ridotti. Sono aumentati i richiedenti asilo, ma i rifugiati giunti in Italia in maggioranza poi si recano in altri Paesi europei, dove è più facile trovare lavoro.
Le Acli: per un’accoglienza dignitosa e una integrazione efficace. Gli attuali flussi migratori non riescono a coprire la grave diminuzione delle nascite che è in atto in Italia ormai da parecchio tempo. Per questo (e perché stanno emigrando molti giovani italiani) negli ultimi anni la popolazione del nostro Paese sta non solo invecchiando, ma anche diminuendo continuamente: da 60 milioni 796.000 nel 2015 a 60 milioni 666.000 nel 2016 fino a 60 milioni 589.000 nel 2017. Il vero problema è che in Italia è mancata e manca ancora oggi una capacità di gestione dei flussi migratori. Finora non siamo stati in grado di organizzare un’accoglienza dignitosa e una integrazione efficace. L’integrazione (che non vuol dire omologazione, cioè cancellazione dell’identità del migrante) è un percorso che si svolge in più direzioni: lingua, istruzione, lavoro, abitazione, assistenza sanitaria, ricongiungimenti familiari. Riguarda la vita sociale, ma anche il dialogo interreligioso. È un percorso favorito dall’associazionismo etnico, ma richiede anche la sensibilità e l’impegno della società che accoglie. È un percorso lungo, che purtroppo oggi è reso più difficile da chi per motivi politici specula sulle paure della gente e genera odio. Papa Francesco: “accogliere, proteggere, promuovere e integrare i migranti”. Nel messaggio per la Giornata del migrante 2018 papa Francesco ha detto che “le paure di chi accoglie e di chi viene accolto sono pienamente comprensibili da un punto di vista umano, ma il peccato è lasciare che queste paure alimentino l’odio e il rifiuto; il peccato è rinunciare all’incontro con l’altro, con il prossimo, che di fatto è un’occasione privilegiata di incontro con il Signore”. “Il forestiero, il migrante, il rifugiato e il richiedente asilo – continua il papa nel suo messaggio – sono un’occasione di incontro con Gesù, sia per chi accoglie, che per chi viene accolto”. Certo non sempre è facile: così “spesso rinunciamo all’incontro con l’altro e alziamo barriere per difenderci”.
“L’incontro con l’altro – conclude il papa – non si ferma all’accoglienza, ma ci impegna tutti nelle altre tre azioni: proteggere, promuovere e integrare chi è costretto a lasciare la propria casa e vive momenti di grande difficoltà”.
Gennaio 2018 Centro Studi Acli Marche