Punti di accesso al Sociale e alla Solidarietà, continua il progetto delle Acli per creare dei presidi in tutta Italia
Si è conclusa la prima fase di ricerca del progetto P.A.S.S. (Punti di Accesso al Sociale e alla Solidarietà), avviato dalle Acli lo scorso settembre, in collaborazione con ANCeSCAO (Associazione nazionale dei centri anziani), LEDHA (Lega per i diritti delle persone con disabilità) il CTA (Centro Turistico Acli), l’Unione Sportiva delle Acli e finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.
Lo scopo dell’iniziativa è quello di fornire risposte concrete a soggetti vulnerabili che sono stati particolarmente colpiti dagli effetti del Covid. Attraverso l’accesso ad una sede P.A.S.S., la persona in difficoltà potrà interfacciarsi con un unico interlocutore e ricevere le informazioni, l’orientamento e l’accompagnamento ai servizi di cui ha bisogno. In questo modo, si consolida la rete dei servizi territoriali esistenti e si riduce la frammentazione del welfare. L’ambizione è quella di svilupparsi su scala nazionale ed essere presenti in tutte le Regioni italiane.
In questa prima fase del progetto si è cercato di mappare le agenzie pubbliche e gli attori del terzo settore che operano in contesti svantaggiati. Gli operatori sono stati impegnati in una ricerca sul campo nei quartieri e nei comuni selezionati, intervistando le persone a cui il servizio si rivolge e raccogliendo dati e documentazione utile. Sono stati coinvolti oltre 65 testimoni privilegiati, fra responsabili ed operatori di Enti e Reti del Terzo Settore, amministratori pubblici e assistenti sociali.
Sono molti gli spunti emersi in questa analisi preliminare dei contesti locali. Ad esempio, il gestore di una farmacia in un rione popolare di una grande metropoli del Centro ha riferito che negli ultimi mesi sono aumentati i clienti, sia giovani e che anziani, spesso migranti, che chiedono il calcolo del costo dei medicinali prima di acquistarli, riservandosi la possibilità di prendere dei generici o di rinunciarvi, per quanto ne abbiano necessità per curare patologie serie. Anche queste sono le lacerazioni sociali che il coronavirus ha lasciato dietro di sé.
Con i P.A.S.S. le Acli vogliono presidiare la comunità, ascoltare con attenzione chi è in difficoltà e chi gli presta aiuto e trovare delle soluzioni a portata di mano. Questi punti di accesso possono diventare degli strumenti per non far sentire sole le famiglie, i giovani, gli anziani indeboliti dalla crisi, costruendo attorno a loro una rete sociale fatta di relazioni e sostegno reciproco