Il Welfare di comunità e l’integrazione socio-sanitaria: Non perdere l’occasione!! a cura di Maurizio Tomassini

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La nuova legge di organizzazione del servizio sanitario marchigiano, approvata dalla giunta il 4 luglio scorso, ha dettato, tra le altre cose, le linee organizzative da attuarsi nelle aree vaste provinciali, che diventeranno aziende sanitarie territoriali, per sostenere l’integrazione socio sanitaria.

Ambiti sociali e distretti sanitari debbono coincidere territorialmente per attuare quel welfare di comunità  finalizzato a sostenere i cittadini con fragilità nei loro bisogni cosa questa che noi sosteniamo, inascoltati, da tempo. Non è più possibile che questi due livelli territoriali continuino ad essere divisi tra loro perché non è più possibile che i servizi afferenti alla cura sanitaria e quelli più rivolti ai servizi alla persona continuino a non essere costruiti intorno al bisogno complessivo della persona assistita. Sono passati ormai più di quindici anni da che si dibatte su un riordino degli ATS. Sono 23 gli ambiti Territoriali sociali della Regione Marche mentre i Distretti Sanitari sono 13.

Sono state approvate in questi ultimi anni grandi riforme ad iniziare da quella del Terzo settore che ha posto in essere attraverso una sentenza della Corte Costituzionale il principio dell’Amministrazione Condivisa che richiede la coprogettazione e la coprogrammazione. Il PNRR con misure specifiche ha distribuito risorse dirette a sostenere strutture e servizi nel sociale e nella sanità territoriale. Recentemente è stata pubblicato dal Ministero della Sanità il DM n.77/2022 che definisce in maniera dettagliata il nuovo modello di organizzazione dell’assistenza territoriale mettendola in capo ai Distretti descritti come “luogo privilegiato di gestione e coordinamento funzionale e organizzativo della rete dei servizi sociosanitari a valenza sanitaria e sanitari territoriali”.

A fine anno partiranno i bandi delle risorse dell’Ue del Fondo Sociale Europeo plus a cui si aggiungono altre risorse Europee dei PON Nazionali.

Occorre che la politica, e bene ha fatto il Partito Socialista fanese, cominci a valutare e a confrontarsi su queste tematiche investendo i Sindaci delle loro responsabilità per ridisegnare una volta per tutte la dimensione ottimale degli ATS che dovranno coincidere con i distretti sanitari.  Non possiamo perdere assolutamente questa contingenza mai avuta prima di risorse da investire e di realizzare l’integrazione socio sanitaria.

La Regione ha inoltre messo tra le figure apicali che dirigeranno l’area vasta un direttore responsabile dell’integrazione socio sanitaria deputato a rafforzare i Distretti sanitari per cui sarà giocoforza rivedere, da parte dei comuni, su indicazioni regionali, anche il sistema degli ATS.

Il Piano Sociale dell’ATS n. 6, approvato alla fine del febbraio scorso, ha appena sfiorato il tema dell’integrazione socio-sanitaria; nella nostra regione ci sono ATS che ancora nemmeno sono riusciti ad approvarlo; i Distretti sanitari hanno smesso da anni di fare programmazione territoriale (i PAT), le unità operative sociali e sanitarie (UOSeS) previste da una delibera regionale del 2015, da realizzarsi con accordi di programma tra Distretti e ATS, sono rarissime e poco funzionanti. Occorre pertanto con urgenza riaprire un tavolo di co-programmazione con il Terzo -Settore per affrontare  le tematiche dell’integrazione tra servizi sociali e sociosanitari nelle aree della Provincia di Pesaro. Occorre rivedere complessivamente il numero degli ATS, ma anche degli stessi Distretti per arrivare ad una corretta coincidenza programmatoria e gestionale degli gli stessi. Le modalità di gestione associata di cui avevano iniziato l’approfondimento con l’Ambito Sociale n. 6 con capofila il Comune di Fano vanno pertanto riviste alla luce della normativa sopraindicata.

Le organizzazioni del Terzo Settore, a cui spetta ai sensi della sentenza della Corte Costituzionale il complesso e importante compito di accompagnare i processi  di amministrazione condivisa, sono a disposizione, con le proprie competenze, degli organi dirigenziali della Sanità di area vasta e dei Sindaci dei comuni a cui spetta dare attuazione alle normative nazionali e regionali.

Maurizio Tomassini

Direzione Nazionale Acli